Benvenuti. State leggendo Turnèl #4 – Us and them, la rivista parallela di Bomarscé. Ma questo lo sapete già, forse. Dentro Turnèl, questo Turnèl, trovate quei racconti che ci sono piaciuti tanto tanto, ma non più di quelli che abbiamo pubblicato su Bomarscé #6. E neanche meno. Ci sono piaciuti in modo diverso: ecco perché si continua a dividere il mondo in noi e loro. Solo che noi non sappiamo chi siamo noi e loro sanno benissimo chi sono loro.
Ma proviamo a pensarci: noi siamo noi, cioè quelli che leggono, i lettori, mentre loro sono i racconti, cioè i testi. Noi, i lettori, siamo quelli scalfiti, imperfetti, talvolta sublimi, spesso un po’ stupidi, fuori forma, ogni tanto meschini: è la nostra cultura, è la nostra natura.
Loro, i racconti, sono i testi, sono quelli perfetti, strutturati, sempre potenziali, vivi, vitali: i testi ci parlano, ci dicono le cose, parlano di altri testi. I testi sono l’unico modo di ordinare il mondo.

Qui ci sono quattro racconti tra i migliori che abbiamo ricevuto nella call a tema Fiorire/sfiorire e che abbiamo pensato potessero andare bene per abitare Turnèl #4 – Us and them: testi che parlano a noi, mentre noi, i lettori, non riusciamo mai a parlare a loro, ai testi. Che sono degli dei.


Clicca sui titoli per leggere i racconti.

1 – Bisogna, di Margherita Koch Cavalleri, è un racconto chirurgico e poetico, perfettamente in bilico tra il dire e il sentire.

2 – Sotto una luce rinforzata, di Matteo Quaglia, gioca sulla citazione, sull’intertestualità, dice una cosa ma sembra alluda sempre ad altro, o forse no.

3 – Buffalo, di Grazia Palmisano, è una bella favola sull’identità, sulle scelte o sulle non scelte, sull’importanza di avere una voce propria.

4 – Crisalidi, di Mariarosaria Conte, se non fosse fiction sembrerebbe un diario, una cronaca degli alti e bassi del fiorire, ma anche dell’essere madre, che accoglie, che scruta.

Noi e loro (noi i lettori, loro i testi) siamo sempre altro.
Buona lettura.