“Se vogliamo o se dobbiamo capirci, non è meglio conoscerci?”, scriveva Georges Simenon in un reportage sull’Europa degli anni ’30. Un’Europa che fingeva molto bene di non essere sull’orlo del collasso sociale, politico e anche umano. Insomma niente di nuovo sotto il sole: a parte una pandemia, ovviamente.
Ma insomma non per questo ci tiriamo indietro e, sfidando ogni nuova dicotomia (cancel culture vs. censura; #metoo vs. femminismo; black lives matter vs. diritti civili; Trump vs. Palpatine), lanciamo l’ennesimo Turnèl, questa volta il #2, cioè il terzo, sempre per quel discorso da tenere a mente che siamo partiti (chissà perché…) dal #0, complicandoci di molto la vita.
Turnèl, la rivista online e parallela di Bomarscé, aiuta a fare proprio questo: a conoscerci, se vogliamo (o dobbiamo) capirci.


E quindi Turnèl #2 vi propone, cari lettori attenti e capaci, quattro racconti potenti, accomunati dall’ambizione. I quattro testi, ricercati, finissimi, ognuno a modo proprio, inseguono le forme dell’ambizione: il desiderio di affermazione individuale, la brama di potere, il riconoscimento dei propri meriti e la conquista.

Eccoli:

1Storia di una collana, di Giulia Scialpi, è un racconto di formazione e distruzione, di quanta cupezza c’è in un desiderio banale.

2Un luogo infestato, di Livia Del Gaudio, ha un repertorio linguistico e formale tagliante e viscido, seducente e misterioso. C’è anche Dante, ma è proprio lui?

3Il torneo, di Valeria Sirabella, è un classico delle storie di sport e privazione: certe sfide non si vinceranno mai e la cattiveria ti rende solo più cattiva.

4Copricapi, di Gianmarco Di Traglia, ovvero la cura delle emozioni. Un racconto pieno di ironia, di piedi e di fiori, mentre i ricordi diventano (forse) meno terrificanti.

Impareremo sempre qualcosa.
Buona lettura.